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Come non pagare le tasse sulla plusvalenza di Bitcoin e altre criptovalute

Le criptovalute sono allo sbando.

Gli investimenti in criptovalute, come il famoso Bitcoin, sono saliti alle stelle negli ultimi mesi, non solo per la natura dirompente di questa tecnologia, ma anche per il sostegno da parte di investitori istituzionali, come la nota banca Goldman Sachs o il geniale fondatore di Tesla, Elon Musk.

Sebbene criptovalute come Bitcoin possano sembrare qualcosa di nuovo, quest’ultima ha già raggiunto un grande boom alla fine del 2017 (toccando un valore di quasi 17.000 euro) ed è rimasta in circolazione per più di 10 anni da quando è stata presumibilmente creata da Satoshi Nakamoto.

Pertanto, le agenzie fiscali di molti paesi stanno già pensando da anni a come e in che misura tassare i contribuenti per la vendita, per esempio, di Bitcoin o di qualsiasi altra criptovaluta.

Quante tasse versare per vendita di Bitcoin o di criptovalute non ha una risposta facile, poiché le tasse pagate sulla vendita o sulla detenzione di Bitcoin dipende dalla residenza del contribuente.

Dato che la maggior parte dei nostri lettori si trova nei paesi OCSE, ci concentreremo sulla tassazione dei Bitcoin (o di qualsiasi altra criptovaluta) in questi ultimi, ovvero cercheremo di spiegare quante tasse versare sulla loro vendita.

Quanto viene pagata la vendita di Bitcoin e di cripto?

In termini generici, nella maggior parte dei paesi OCSE si versano imposte per la vendita di Bitcoin in cambio di valuta fiat, o tradizionale (euro, dollaro o qualsiasi altra valuta ufficiale), e in cambio di qualsiasi altra criptovaluta (scambio noto come “swap”).

Quando questa vendita, o scambio, avviene, le agenzie fiscali comprendono che si verifica una plusvalenza nella misura in cui l’attività professionale del contribuente non consiste nell’acquisto e nella vendita di bitcoin.

Tutto questo indipendentemente dal fatto che i propri Bitcoin siano stati acquistati attraverso exchange esteri (come Binance, Coinbase, Kraken…), in contanti o in qualsiasi altro modo. Generalmente, i bitcoin vengono tassati ovunque risieda loro possessore.

Questo significa che le tasse sulla vendita di Bitcoin saranno da versare nel proprio paese di residenza indipendentemente dal fatto che le transazioni siano state effettuate in mercati esteri o memorizzate in portafogli digitali situati al di fuori del proprio paese di residenza.

È importante dichiarare i Bitcoin all’Agenzia delle Entrate o alle autorità fiscali?

L’esistenza di Bitcoin non è estranea alle autorità fiscali.

Dal 2017, molti paesi dell’Unione Europea e dell’OCSE detentori di attività in criptovalute sono sotto il controllo delle autorità fiscali.

Inoltre, a partire dal 2021, secondo le direttive UE più recenti, lo stato nel quale si risiede sta per ricevere parte delle informazioni su Bitcoin e criptovalute detenute all’estero, in particolare negli exchange principali come Coinbase, Kraken o Binance.

Pertanto, si consiglia vivamente di dichiarare la vendita e la detenzione di Bitcoin e di altre criptovalute se si vogliono evitare sanzioni o persino reati penali come la frode fiscale.

E come si può evitare di pagare tasse?

Se la vendita di Bitcoin da residente fiscale in un regime elevato è già avvenuta, c’è poco da fare, per evitare l’evasione fiscale si dovranno versare tasse.

Cionondimeno, nel caso in cui i Bitcoin non siano stati ancora venduti, esiste un’altra opzione. La vendita di questi Bitcoin dopo il trasferimento in un paese a bassa tassazione mettendo a segno il cosiddetto “cashout”.

Sono in molti a non imporre tasse sulla vendita di Bitcoin e in questo modo centinaia di persone si stanno spostando verso paesi a bassa tassazione per pagare meno… Tuttavia…

Dove si trasferiscono i grandi proprietari di criptovalute?

Molti dei nostri clienti e collaboratori hanno intrapreso un cambio di residenza fiscale per vendere Bitcoin o criptovalute, quindi abbiamo informazioni di prima mano su quei paesi “criptofriendly” che accolgono gli investitori di criptovalute a braccia aperte.

Pertato, la nostra top 4 delle principali destinazioni per vendere Bitcoin nel 2022 comprende i seguenti paesi:

Emirati Arabi Uniti

Uno dei centri finanziari più importanti del Golfo, noto per i suoi grattacieli, l’aeroporto internazionale e la tassazione zero. Nell’ultimo decennio ha attirato migliaia di nuovi residenti che hanno deciso di trasferire lì la loro residenza o le loro aziende, siano esse holding o start-up, attratti principalmente dalle imposte dirette zero e dalle agevolazioni offerte dalle “zone di libero scambio”.

In tali zone i residenti non pagherebbero tasse sulla vendita di Bitcoin, e non solo, sia Bitcoin che Altcoin sono accettate per l’acquisto di beni, come auto di lusso, yacht, orologi o immobili.

Monaco

La perla del Mediterraneo conosciuta per il suo fascino e i suoi casinò è anche una delle destinazioni preferite dai grandi proprietari di criptovalute. Vendere Bitcoin tax-free è all’ordine del giorno a Monaco, soprattutto con una banca che sembra essere abbastanza criptofriendly quando si tratta di monetizzare.

Una destinazione ideale per i grandi proprietari che possano permettersi di viverci, come alcuni dei clienti di Relocate&Save hanno già provato.

Andorra

Il paese dei Pirenei, nonostante l’imposizione di una tassa del 10% sugli utili derivanti dalla vendita di Bitcoin o di altre criptovalute, offre una tassazione molto favorevole rispetto ad altri paesi dell’UE e sta sviluppando una Legge sulle Criptovalute che consentirebbe di applicare ampie esenzioni a coloro che vendano criptovalute e reinvestano i profitti in attività del paese (prodotti bancari, immobili, ecc.).

Cionondimeno, il settore bancario sembra ancora riluttante ad accettare il “cashout” e la Legge sulle Criptovalute è ancora in sviluppo. Nonostante questo, a Relocate&Save abbiamo aiutato molti dei nostri clienti nel trasferirsi ad Andorra per evitare di pagare l’Imposta Patrimoniale sui beni in criptovalute e a ridurre quindi la tassazione sulla vendita di Bitcoin.

Portogallo

A parte che per il noto regime NHR, la cosmopolita Lisbona e la vista stupefacente dalla costa dell’Algarve, il Portogallo è famoso anche in quanto destinazione favorita per la vendita di Bitcoin o criptovalute.

In termini generali, il Portogallo non impone tasse sulla vendita di criptovalute, perché secondo un provvedimento emesso dalle autorità fiscali portoghesi nel 2016 le plusvalenze derivanti dalla vendita di Bitcoin o di criptovalute non rientrano in nessuna categoria imponibile ai sensi della legislazione portoghese.

Nonostante gli altri casi, è bene ricordare che la tassazione delle criptovalute in Portogallo ha sollevato diverse controversie, in quanto in alcuni casi potrebbe salire al 20%. Pertanto, un’analisi preventiva da parte di un esperto fiscale rimane fondamentale.

Tuttavia, alla vendita di criptovalute corrisponde un problema rilevante che molti paesi non hanno ancora risolto, e che è la liquidazione o la trasformazione dei Bitcoin in euro o in altre valute a corso legale.

La rintracciabilità dei Bitcoin e delle criptovalute dipende principalmente da come le norme sulla lotta al terrorismo e sulla prevenzione del riciclaggio interpretano i movimenti di acquisto e di vendita degli stessi. Pertanto…

Come scambiare le proprie crypto con euro, dollari o sterline?

In larga parte, le banche tradizionali non comprendono le criptovalute e tendono a bloccare qualsiasi trasferimento bancario derivante dalla vendita di criptovalute tramite exchange e a vietare le operazioni OTC  adducendo motivi di lotta al terrorismo e di prevenzione contro il riciclaggio di denaro.

Pertanto, risulta essenziale poter dimostrare l’origine dei fondi attraverso i quali sono stati acquistati i Bitcoin ed essere in grado di dimostrare da chi sono stati acquisiti, ovvero dimostrarne la rintracciabilità. Questo tentativo sarà estremamente controverso e complicato, e la propria banca probabilmente non lo capirà e bloccherà il conto corrente una volta venduti i Bitcoin.

Tuttavia, nel caso in cui l’origine dei propri fondi sia lecita e nel caso si fosse grandi proprietari di Bitcoin o di altre criptovalute e si avesse interesse nell’argomento, non esitare a contattarci a [email protected], Siamo in grado di offrire aiuto tramite i nostri contatti specializzati in Finanza Internazionale e in criptovalute.

Come trasferirsi in modo da evitare tasse sulla vendita di Bitcoin?

Come intuibile dal nostro nome, in Relocate&Save siamo difensori del diritto di cambio di residenza come via legale per sfuggire alla confisca fiscale.

Il cambiamento della residenza fiscale per evitare di pagare tasse sulla vendita di Bitcoin è un metodo assolutamente legale che non lascia scappatoie per le azioni penali: facendo le cose nel modo giusto, sarà facilmente possibile smettere di pagare tasse nell’attuale paese di residenza.

Logicamente, questa soluzione richiede lo sforzo del cambiamento della propria residenza almeno sei mesi all’anno o per lo meno di vivere in uno di questi paesi più che negli altri.

Cosa aspettare di più per cambiare residenza e vendere i propri bitcoin? Contattarci all’indirizzo [email protected] per iniziare il cambio di residenza fiscale.


Se si fosse seriamente interessati a modificare la propria residenza fiscale, consigliamo di scaricare gratuitamente e di leggere il nostro resoconto aggiornato “Le tre migliori destinazioni fiscali del momento”.

Picture of Andreu Capmajó
Andreu Capmajó

Tax director

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